Guardare l’Italia “da fuori”
Un team multiculturale, secondo Busse, è in grado di offrire un punto di vista capace di rafforzare lo straordinario potere dell’italianità sotteso ai brand del Gruppo. “Chi ha un altro passaporto o ha avuto l’opportunità di viaggiare, di esplorare ‘ciò che c’è fuori’ anche solo informandosi, curiosando, conosce bene l’amore che il mondo nutre per i prodotti italiani”, dice. “È questo il quid in più della visione non solo di chi viene fisicamente da lontano, ma anche di chi è ‘mentalmente globetrotter’. Una caratteristica che accomuna praticamente tutti noi designer”.
L’incontro e il confronto con conoscenze diverse, background differenti e tradizioni distinte, si trasforma in suggestioni capaci di infondere nuova linfa alle idee. “Le specificità sono sempre un arricchimento, siano culturali, di formazione, caratteriali o di genere”, continua Busse. “Per esempio, c’è chi presta maggiore attenzione alla funzionalità di un prodotto e chi si preoccupa prima dell’aspetto estetico. Ecco spiegato un altro valore aggiunto del confrontarsi con un insieme eterogeneo di persone: ognuna rappresenta le esigenze di un cliente finale. Anche in relazione alle aspettative nei diversi Paesi dove si vendono le vetture del Gruppo”.
La circolazione delle idee viene favorita dalla stessa organizzazione del Centro Stile. Ogni marchio infatti ha la sua squadra di designer dedicati, alla quale si affiancano alcuni “atelier” (Color and Trim, Interior Design e User and Experience Design) che lavorano in modo trasversale. Così si garantiscono creatività e qualità per ogni prodotto, mantenendo intatta l’identità dei singoli brand. Non solo. Busse promuove momenti di incontro nei quali i designer possono mettersi in discussione, imparando dai successi e dalle difficoltà di tutto il gruppo, un team di visionari unito nel segno di creatività, energia e passione.